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Il riassunto Aspetto di ricomparsa e maniera d'essere di gli altri e il soggetto -sulla letteratura italiana della migrazione- (주체와 타자의 존재방식과 재현 양상 -이탈리아 이주문학을 중심으로-)

  • Kim, Hee-Jeong
    • Lettere Italiane
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    • no.32
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    • pp.23-48
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    • 2011
  • Se siamo d'accordo la definizione di Deleuze e Guattari che la letteratura minore è la letteratura che costruisce una minoranza dentro la lingua maggiore, le scritture italofoniche sono la traduzione in pratica di un concetto della letteratura minore che fornisce modelli sostitutivi di espressione. Questa minoranza di bilingue, o più precisamente, multilingue autori e pratiche, acquisisce uno spazio dentro della cultura e la lingua italiana, che di conseguenza sono entrambi deterritorializzati. Lo stanziamento di italiano come lingua in cui sono scritti i testi italofonici richiede una pratica influenza linguistica e culturale. Questa ibridazione linguistica e letteraria riverbera la pluralità sociale presente nella moderna Italia, dove oltre un milione di immigrati provenienti da tutto il mondo vivono oggi. Questo collegamento tra il letterario e il sociale si diffonde il senso di deterritorializzazione linguistica per definire personificazioni di 'otherness', sia per i corpi degli immigrati stessi sia per la politica. I testi italofonici rapresentano contemporaneamente l'individuo e il collettivo, cioè, l'esperienza individuale e la vita delle comunità di immigrati.

Studio sul Sintagma Genitivale in italiano: focalizzato sulla gerarchia tematica nella struttura sintattica (이태리어 속격구문 연구: 통사구조 내 의미역 위계를 중심으로)

  • Kang, Soon-Haeng
    • Lettere Italiane
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    • no.33
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    • pp.1-27
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    • 2011
  • Questo studio ha lo scopo di configurare la gerarchia tematica del sintagma genitivale in italiano all'interno della struttura sintattica. Il sintagma genitivale composto dalla forma "sostantivo+di+sostantivo", può avere i significati di descrizione, origine, apposizione, parte, luogo, e anche può rappresentare la struttura argomentale come argomento esterno(caso soggettivo) o argomento interno(caso oggettivo) e può assegnare il ruolo tematico di agente, tema, esperiente, beneficario in relazione al rapporto con la testa nominale oltre ad avere il significato possesivo. Per quanto riguarda la realizzazione e il significato dell'argomento nel sintagma genitivale diverse che cambiano secondo il tipo della testa nominale, ho classificato i nomi deverbali come nomi monoargomentali, nomi biargomentali, nomi triargomentali sulla base di Renzi et al(1991). Inoltre avendo confermato che il marcatore del caso genitivale di deve esserci nel caso in cui obbligatoriamente la struttura del sintagma nominale composto dai vari livelli, come NP, FP e DP, proposti da Longobardi(2001) per spiegare la differenza semantica del sintagma genitivale con la struttura sintattica, ho cercato di individuare l'ordine degli argomenti, osservando l'ambiguità e il cambiamento del significato del sintagma genitivale nel sintagma nominale. Cioé la differenza della possibilità interpretativa è una cosa strutturale, quindi possibilmente si può configurare la semantica del sintagma genitivale nella struttura sintattica.

Le théâtre de torture chez Chae yoon-il - à travers la rencontre avec Lee hyun-hwa- (채윤일의 고문연극 -이현화와의 만남을 중심으로-)

  • LEE, Sunhyung
    • Journal of Korean Theatre Studies Association
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    • no.48
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    • pp.333-368
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    • 2012
  • Dans l'histoire du $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ $cor{\acute{e}}en$, la position de Chae yoon-il est $tr{\grave{e}}s$ $particuli{\grave{e}}re$. Il a $consacr{\acute{e}}$, dans ses $carri{\grave{e}}res$ de la mise en $sc{\grave{e}}ne$, toute son ${\acute{e}}nergie$ au $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ sans jamais $fl{\acute{e}}chir$ contre le pouvoir dictatorial. Un critique a dit que son $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ est semblable au $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ de la $cruaut{\acute{e}}$. Pourtant, dans la mesure $o{\grave{u}}$ il respecte le texte dramatique, et que son $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ a des tendances de la politique et qu'il oriente l'engagement du spectateur, il est certain que son $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ est loin du $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ de la $cruaut{\acute{e}}$. Ses $proc{\acute{e}}d{\acute{e}}s$ de la mise en $sc{\grave{e}}ne$ sont $tr{\grave{e}}s$ divers et il n'y a pas de $coh{\acute{e}}rences$ au niveau des styles dramatiques. $Malgr{\acute{e}}$ cela, nous pouvons trouver son $originalit{\acute{e}}$ de la mise en $sc{\grave{e}}ne$ dans la rencontre avec Lee hyun-wha. Le metteur en $sc{\grave{e}}ne$ ${\acute{e}}tablit$ son $esth{\acute{e}}tique$ $th{\acute{e}}{\hat{a}}trale$ en montant sur $sc{\grave{e}}ne$ de cinq $pi{\grave{e}}ces$ de Lee hyun-wha. Alors, en effet qu'est-ce que $l^{\prime}esth{\acute{e}}tique$ de la mise en $sc{\grave{e}}ne$ de Chae yoon-il produite par les ${\oe}uvres$ $th{\acute{e}}{\hat{a}}trales$ de Lee hyun-wha? Dans les $pi{\grave{e}}ces$ de Lee hyun-wha, il y a beaucoup de codes symboliques de la violence sexuelle comme le sadisme et le masochisme. L'implusion sexuelle $cach{\acute{e}}e$ dans le subconscient des personnages s'entrecroise avec le $m{\acute{e}}canisme$ du pouvoir politique. Alors, les abus sexuels et les mauvais traitements sur le corps deviennent une sorte de torture. L'expression cruelle des langages $sc{\acute{e}}niques$ n'est autre que la $r{\acute{e}}volte$ contre la $r{\acute{e}}alit{\acute{e}}$ actuelle de la politique. Son $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ de torture est donc une sorte de $m{\acute{e}}canisme$ de la catharsis pour dissiper le cauchemar et l'inconscient noir. La fantasie sexuelle construite par le monde inconscient de l'auteur dramatique $s^{\prime}{\acute{e}}panouit$ dans le $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ de Chae yoon-il qui $r{\hat{e}}ve$ toujours l'esprit de la $libert{\acute{e}}$. Une des convictions dramatiques du metteur en $sc{\grave{e}}ne$, c'est que le $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ tout d'abord doit ${\hat{e}}tre$ choquant. Il dit : "l'art doit ${\hat{e}}tre$ ${\grave{a}}$ la fois ${\acute{e}}mouvant$ et bouleversant. Cependant, dans la mesure $o{\grave{u}}$ le film ou la $t{\acute{e}}l{\acute{e}}vivion$ fait aujourd'hui une vive impression aux spectateurs, la part $donn{\acute{e}}e$ au $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ est le choc." Pour donner le choc aux spectateurs, le style de la torture est $tr{\grave{e}}s$ utile. $L^{\prime}esth{\acute{e}}tique$ $th{\acute{e}}{\hat{a}}tral$ du metteur en $sc{\grave{e}}ne$ respecte essentiellement l'intention de l'auteur. $N{\acute{e}}anmois$, le respect sur l'original ne se $d{\acute{e}}range$ pas $l^{\prime}interpr{\acute{e}}tation$ de son propre $id{\acute{e}}e$. Dans l'insistance de la torture, l'analyse rituelle sous la base du choc, il projecte le symbole $arch{\acute{e}}typal$ sur $sc{\grave{e}}ne$. Bien $s{\hat{u}}r$, il renforce le $caract{\grave{e}}re$ de la politique dans le $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ de torture pour inviter des spectateurs de l'engagement. D'ailleurs, il y a l'aspect d'absurde dans le $th{\acute{e}}{\hat{a}}tre$ de torture qui insiste des violences ${\grave{a}}$ travers les langages $sc{\acute{e}}niques$ comme le $m{\acute{e}}tal$ froid, parce que le metteur en $sc{\grave{e}}ne$ $consid{\grave{e}}re$ que $l^{\prime}{\hat{e}}tre$ humain vit dans l'absurde.

Studio sulla satira in Mistero Buffo - Ricerca della restaurazione della dignità degli uomini attraverso la satira sulla classe dominante e il mondo corroto della Cristianità - (다리오 포의 『미스테로 부포Mistero Buffo』에 나타난 풍자성 연구 -지배층과 기독교세계 풍자를 통한 인간의 존엄성 회복 추구-)

  • Jang, Ji-Yoen
    • Lettere Italiane
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    • no.26
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    • pp.175-231
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    • 2009
  • Questa tesi tratta di due aspetti. Primo, i giullari erano coloro che hanno fatto la satira sulle contraddizioni della societa medievale quasisempre da soli. Gli oggetti della satira erano in gran parte la classe dominate e gli ecclesiastici. Particolarmente chi governa, opprime e sfrutta il popolo come i padroni, i ricchi, gli aristocratici, i mercanti, i re, i sindaci, i militari, e chi rappresenta i sovrani come il papa, i vescovi, e i cardinali. Anche la satira del Fo moderno si rivolge contro gli stessi. Perché anche se il tempo passa, la situazione non è quasi cambiata. Quei soggetti fanno azioni ipocrite in un ambito schematico e dogmatico, e non fanno conoscere al popolo la loro situazione d'inuguaglianza. Perciò Fo ritiene che la situazione disperata del popolo è la stessa, sia nel medievo sia oggi. Secondo, voglio fare vedere che i giullari fanno la satira pungente della classe dominante, e degli ecclesiastici ma non rinnegano la cristianità. E anche gli estremisti che talvolta erano i monaci diventati giullari, dicono che se vogliamo dare dignità alla Chiesa di Cristo dobbiamo distruggere la Chiesa. E per distruggere la Chiesa dobbiamo distruggere chi la governa, il papa, i vescovi, e i cardinali. Ma anche loro, in quel caso, non rinnegano la cristianità in sè stessa. Poiché Dio (il Padreterno) rappresenta i padroni e i sovrani è odiato, mentre e' sempre amato Gesù Cristo da tutti i giullari, gli estremisti e anche il popolo, ché egli è Dio che viene sulla terra a cercar di ridare la primavera agli uomini e si sacrifica come Dioniso. E soprattutto è considerato come il simbolo della resistenza contro la inugualglianza, e dell'amore e della dignità fondamentale degli uomini. Nei nove testi di Mistero Buffo, i giullari e Fo considerano sempre molto importante la dignità degli uomini. E Cristo è il simbolo di questa dignità. Così i testi in Mistero Buffo hanno sempre una forte connotazione, non sono soltanto una satira sulla classe dominante e gli ecclesiastici ma contengono anche in definitiva la volontà di ricercare la restaurazione della dignità degli uomini e dello spirito di Cristo.

L'idea dell'umanità nuova nelle tragedie Saul e Mirra di Alfieri (알피에리의 비극 『사울Saul』과 『미라Mirra』에 나타난 새로운 인간의 이상)

  • Jang, Ji Yeon
    • Lettere Italiane
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    • no.36
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    • pp.125-150
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    • 2012
  • Vittorio Alfieri fu celebrato dagli uomini del Risorgimento come "l'iniziatore ed il padre della rinascita" e il creatore della coscienza nazionale. Per questo è lodato da Foscolo, Manzoni, Leopardi, Mazzini, Gioberti, Oriani, Carducci. Ma insieme con i suoi meriti politici, anche i valori artistici delle sue opere non debbono essere dimenticati. Anche sul pensiero e sull'opera dell'Alfieri influirono le ideologie tipiche del secondo Settecento, l'Illuminismo e il nascente Romanticismo, in lui intrecciandosi e scontrandosi ad un tempo. Il suo interesse per lo studio dell'uomo, per la concezione meccanicistica del mondo, la lontananza dalla religione per l'assoluta libertà e l'avversione verso il dispotismo, collegano Alfieri alla dottrina illuminista. I temi letterari illuministici, volti a chiarificare le coscienze e ad apportare il progresso sociale e civile, sono affrontati dal poeta non in modo distaccato, ma con l'emotività e le inquietudini del pensiero romantico. Ma i letterati romantici dell'Ottocento furono piuttosto ostili all'opera dell'Alfieri, accusandola di astratezza, di lontananza dagli interessi e dalla realtà della vita moderna e di assenza di senso storico. Invece nei primi anni del Novecento, Croce lo presenta come iniziatore della nuova letteratura italiana, con la quale egli avrebbe in comune l'individualismo, la passionalità, l'amore per la solitudine, la malinconia. Anche se gli manca l'ansia religiosa sul fine e il valore della vita e l'interessamento per la storia, ecc., secondo il Croce si può definire un protoromantico. Nelle sue opere ci sono, sotto l'aspetto dell'Illuminismo l'odio istintivo contro la tirannide e l'amore per la libertà, e sotto quello protoromantico esplode l'urto violento di sentimenti e passioni e l'esaltazione della morte eroica dei protagonisti. E anche Saul e Mirra descrivono l'idea dell'umanità eroica che muore dopo una lunga vicenda di miseria e di abbiezione. L'idea dell'umanità nuova in Saul e Mirra è l'idea degli uomini nuovi che egli desiderava.

Il problema meridionale attraverso Sicila come metafora di Leonardo Sciascia (레오나르도 샤샤의 『메타포로서의 시칠리아』를 통해서 본 이탈리아 남부문제)

  • Ju, Hyo-Suk
    • Lettere Italiane
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    • no.37
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    • pp.177-209
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    • 2012
  • La Sicilia è una terra, difficile da governare perché è difficile da capire nella natura dei suoi abitanti, contraditoria ed estrema. In questa ricerca si cerca di comprendere la Sicilia, i suoi problemi e i problemii meridionali attraverso maggiormente 『Sicila come metafora』 di Leonardo Sciascia. La Sicilia, come sfondo, ci viene presentata nell' opera sciasciana, in un palcosenico sul quale le virtù del popolo siciliano si pervertono e tutte le loro qualità divengono radice di opposti effetti. Prima di iniziare di capirne va cercato la sua storia: senza considerare la storia non si puo e non si deve riflettere le situazioni attuali nè i problemi. Si può affermare che l'insicurezza è la componente primaria della storia siciliana, la quale regola e condiziona il proprio modo di essere, la visione di vita e dell'ambiente. È interessante studiare la propria storia di Sicilia e si fa cominciare a capirne gradualmente: uno degli elementi della realtà siciliana che ricorre spesso è la mafia, e anche il costume, le donne. Sciascia citta nel 『Il cavaliere e la morte』 che la sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini. È talmente assurdo da capire ma questa è la Sicilia. Raggiungendo una definizione della natura dei siciliani con i testi di Sciascia, si potrebbe reppresentare la sicilianità o sicilitudine. Sapendo cos'è e come è la sicilianità capire la Sicilia significa per un siciliano capire se stesso. E poi si puo riflettere meglio dei problemi storici e attuali dell'Italia del Sud, di mafia, dei costumi e delle vittime in quella societa cio'è delle donne. Così il termine sicilianità caratterizza quell'insieme dei caratteri attribuiti all'uomo di Sicilia, tipici cioè del siciliano, definiti anche sicilitudine. E nel scritto Sciascia affermò che la Sicilia è in una situazione molto complicata e disperata. Ora si potrebbe capirlo anche chi sta fuori di quel luogo cosi si potrebbe cercare anche di rimettere in ordine delle cose e di risolverne finalmente.

Studio sulla regia di Strehler -Sulla regia de I giganti della montagna- (스트렐러의 연출론 연구 - I giganti della montagna 의 시대별 연출 -)

  • Jang, Ji Yeon
    • Lettere Italiane
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    • no.27
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    • pp.155-169
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    • 2009
  • Al centro dell'interesse di Strehler ci sono sempre l'uomo e le sue azioni, e l'uomo e la posizione del teatro. Inoltre, nei suoi teatri vengono alla luce i rapporti che interessano l'uomo e la societa', l'uomo e se stesso, l'uomo e la storia, l'uomo e la politica. Strehler interpreta sempre i testi prendendo in considerazione la contemporaneita' e completa la rappresentazione strutturandola in un sistema implacabilmente coerente di segni scrulolosi. Poiche' le sue opere, anche se le stesse, sono rappresentate ogni volta con significati diversi a secondo del tempo, non si tratta soltanto di rivivere le opere, ma di metterle in scena in nuove versioni che hanno significati che interpretano i cambiamenti avvenuti. Questo e' anche il caso de I giganti della montagna. Nella prima regia di quest'opera, Strehler cerca di mettere in evidenza una concreta e generale storia umana attraverso il mito, e un messaggio che è al tempo stesso di disperazione e di fede nell'uomo. Un messaggio di perdono e di pietà. Pietà per tutti. Nella seconda regia, egli incarna, attraverso il vuoto dell'immobilita' e il silenzio, la vita della poesia. Cerca di rappresentare l'estremo degli effetti scenici attraverso la minima mobilita' in una scena immobile, e attraverso il massimo grido di dolore in una scena di silenzio. E anche i personaggi sono divisi in due diverse categorie. 'Gli scalognati', che creano 'teatro puro' non per un pubblico ma per puro giuoco, e 'la compagnia dei comici', che crea 'teatro rappresentato' che implica la possibilita' dell'interprete condizionato dai rischi, dagli errori di valutazione e d'interpretazione e che resta legato ad una realta' concreta. Attraverso questo contrasto egli vuole esprimere "il timore che nonostante tanta "rivoluzione" giovanile intorno, il cammino della societa' degli uomini verso l'abbandono di alti ideali e valori, fosse accelerato e quasi ineluttabile". Nella terza regia, i due mondi si incontrano in uno spazio dove realta' e sogno si confondono. Non sono piu' contrapposti. E' come "una tragica contestazione che i Giganti hanno vinto e che ci hanno, consapevoli o inconsapevoli, travolti, che non siamo piu gli stessi, che stiamo precipitando". Ma egli non dispera, benche' rappresenti la condizione tragica, dice al pubblico di "comunicare in silenzio la reciprocita' delle sconfitte. al di la' delle parole che non esistono".

Ritorno attraverso la letteratura (문학을 통한 고향으로의 귀환 - 피에르 안토니오 콰란톳티 감비니(Pier Antonio Quarantotti Gambini)와 트리에스테(Trieste), 그리고 이스트리아(Istria)-)

  • Kim, Hee-Jung
    • Lettere Italiane
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    • no.29
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    • pp.161-187
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    • 2010
  • Per discuteretrattare la problematica concernente un significato intimamente legato a Istria(ora è ilsuolo sloveno ) e a Trieste(ora è il suolo italinao) - quello di ≪frontiera≫, assieme alla ≪cultura e letteratura di frontiera≫ - si dovrebbe fare un'incursione nella storia. In un'altra relazione, analizzando il particolare inserimento di queste città adriatiche nella dinamica fluttuante del rapporto fra centro e provincia nello spazio mitteleuropeo, abbiamo accennato al fatto che, alla fine della prima guerra mondiale, Trieste diventa un centro periferico, situato all'estremo confine orientale d'Italia, in altre parole, una vera e propria ≪città di frontiera≫. E Istria è uno stato dell'Europa centrale confinante ad ovest con l'Italia, percui In Slovenia c'è una comunità autoctona italiana nella parte istriana. Vera "città invisibil" nella topografia del Novecento, Trieste ed Istria ebbero in sorte, negli anni che precedettero la Grande Guerra e la sua (per certi aspetti esizale) annessione all'Italia, un manipolo invidiabile di cantori. Il mito storiografico di una " letteratura triestina" sembrano dovuti, fatte salve le necessarie e risapute considerazioni cronlogiche e ambientali, a una straordinaria intuizione collettva. Più sospettiamo in loro la lucida consapevoleza dell'enorme potenzialità spirituale che scaturisce dalle condizioni materiali: dal determinato assetto di un paesaggio umano, razzi, momenti, e mile compresi. È stato forse proprio Pietro Antonio Gambini a spiegare meglio di chiunque altro questa originalissima configurazione dell'intelligenza e della fantasia in quella Rosa rossa. Il saggio esamina il rapporto di Antonio Gambini con la 'letteratura treistina' e con la movimentata attività letteraria di ≪Solaria≫. Si focalizza l'attenzione con il primo romanzo di Gambini La rosa rossa che rappresenta un omaggio al mondo istriano della sua adolescenza alla base della l'assimilazione di un ambiente cosmopolita a una parlata e a una cultura, nella fattispecie la parlata veneta dei commerci e la cultura.

Expression of the Functional Recombinant Interleukin-16 in E. coli and Mammalian Cell Lines

  • Kim, Seon-Young;Lee, Chang-Hun;Kim, Kyung-Joo;Kim, Yeon-Soo
    • Journal of Microbiology and Biotechnology
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    • v.11 no.2
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    • pp.234-241
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    • 2001
  • The C-terminal 393 bp region of the human interleukin-16 (IL-16) gene was cloned and expressed in E. coli along with mammalian cell lines. Recombinant IL-16 expressed from E. coli was 22 kDa on SDS-PAGE and showed 260% of chemoattractant activity at a concentration of $0.1\;{\mu}g/ml$. HeLa, COS, and Neuro-2a cells were transduced by recombinant retrovirus vector pLNC/IL-16/IRES/TK and the intracellular and secreted amounts of IL-16 produced by HeLa/IL-16/TK, COS/IL-16/TK, and Neuro-2a/IL-16/TK cells were determined by enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA). HeLa/IL-16/TK $(1{\times}10^5)$ and COS/IL-16/TK $(1{\times}10^5)$ cells secreted 36.1 and 13.3 ng of IL-16 for 48 h, respectively. Forty-nine ng and 86.4 ng of IL-16 remained in the cell lysates of HeLa/IL-16/TK and COS/IL-16/TK. Intracellular and secreted amounts of IL-16 from Neuro-2a/IL-16/TK $(5{\times}10^5)$ cells during 24 h cultivation were 50 ng and 3.3 ng, respectively. Also, HeLa and COS cells wee stably transfected with mammalian expression vector pCRIII/IL-16. Both culture media and cell lysates prepared from HeLa/IL-16 cells and COS/IL-16 cells showed chemoattractant activity ranging from 190% to 460% as compared to the control experiment. Expression of the herpes simplex virus thymidine kinase (HSV0tk) gene in pLNC/IL-16/ IRES/TK bicistronic retroviral expression vector was verified by performing a genciclovir (GCV) sensitivity assay. Finally, IL-16 repressed Tat-transactivated human immunodeficiency virus type 1 long terminal repeat (HIV-1 LTR) promoter activity.

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L'identità e l'ibridità oltre il confine della Mitteleuropa danubiana in Danubio di Claudio Magris (클라우디오 마그리스의 『다뉴브강』에 나타난 다뉴브강 중부유럽의 탈경계적인 정체성과 혼종성)

  • Lee, Seung Su
    • Lettere Italiane
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    • no.36
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    • pp.73-97
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    • 2012
  • Danubio è un 'diario di viaggio' dalle sorgenti del fiume fino al Mare Nero, attraverso città importantissime o paesi, ampi paesaggi, popoli, costumi, letterature e lingue diverse. Un itinerario fra romanzo e saggio che racconta la cultura come esperienza esistenziale e ricostruisce a mosaico le civiltà di Mitteleuropa rintracciandone il profilo nei segni della grande storia e nelle effimere tracce della vita quotidiana. L'idea di Mitteleuropa nasce a meta dell'Ottocento per indicare un spazio politico e soprattutto economico egemonizzato dai tedeschi e dagli ungheresi, che piu tardi diventa il simbolo di programmi nazionalisti tedeschi e che poi diventa una dimensione sovranazionale, qualcoca di comune e sottostante a tutte le diverse nazionalità e culture di tante realtà diverse. La Mitteleuropa 'hinternazionale', oggi idealizzata quale armonia di popoli diversi, è stata una realtà dell'impero absburgico, nella sua ultima stagione, una tolleranzte convivenza comprensibiilmente rimpianta dopo la sua fine, anche per il confronto con la barbarie totalitaria che le è succeduta, fra le due guerre mondiali, nello spazio danubiano. L'arte absburgica di governo non vuole imporre una rigida unità ai vari popoli, bensi lasciarli sussistere e convivere nella loro eterogeneità. Secondo Claudio Magris, il Danubio è il simbolo della frontiera, perché il Danubio è un fiume che passa attraverso tante frontiere, è quindi simbolo della necessità e della difficoltà di attraversare frontiere, non soltanto nazionali, politiche, sociali, ma anche psicologiche, culturali, religiose. La nostra identità è sempre fragile e noi dobbiamo accettare questa fragilità, poiché mutiamo nel tempo. L'identità fatta di mescolanze, di sottrazioni e di elisioni non fosse soltanto il destino degli epigoni danubiani, bensì una condizione storica generale, l'esistenza di ogni individuo. Magris dice che siccome nessun popolo, nessuna cultra come nessun individuo sono privi di colpe storiche, rendersi impietosamente conto dei difetti e delle oscurità di tutti, e di se stessi, può essere una proficua premessa di convivenza civile e tollerante. Magris dice che la letteratura è di perse stessa una frontiera, una soglia, una zona sul limitare e insegna a varcare i limiti, ma consiste nel tracciare dei limiti, senza i quali non puo esistere e nemmeno la tensione a superarli per raggiungere qualcosa di piu alto e di piú umano.